
Startup che formano startappari? Beeapp torna a scuola
Sarà che fermarsi, per una startup, è contro natura o che coltivare nuove idee è nel loro DNA, fatto sta che la “nostra” Beeapp si è lanciata in una nuova avventura: il tutoraggio di progetti scolastici.
Una scuola che lavora sull’innovazione
Non so se ne siete a conoscenza, ma in giro per l’Italia ci sono un sacco di scuole e classi che fanno progetti nell’ambito del digital e dell’innovazione. Giovani studenti che si lanciano in attività più o meno complesse per concretizzare le loro idee o anche solo per imparare a fare qualcosa di nuovo. Tutti seguiti da professori entusiasti e avventurosi che, orgogliosi dei loro discenti, le provano tutte per rendere l’esperienza più formativa e istruttiva possibile. E tra questi tentativi c’è quello di contattare aziende del settore e del territorio per farsi aiutare, suggerire, guidare e consigliare. Per far vedere ai ragazzi come funziona davvero il mondo del lavoro.
“Siamo stati contattati da ben 3 classi e non abbiamo potuto che rispondere”, ci ha raccontato Giacomo Bosio, direttore esecutivo di Beeapp. Hanno accettato sull’onda dell’entusiasmo di chi, non troppo lontano dagli anni scolastici, pensa che a lui sarebbe piaciuto ricevere aiuto. Poi i progetti che hanno portato grandi soddisfazioni, parecchio divertimento e un pizzico di orgoglio, oltre alla piacevole scoperta di un sistema scolastico che lascia ben sperare, per gli studenti e per chi li segue.
Giovani startappari crescono
Beeapp sta seguendo due gruppi delle scuole superiori di Pontedera e Volterra, per progetti nell’ambito sociale e uno di ragazzi della scuola media di Lari sull’ambiente. Ha suggerito agli studenti le piattaforme di lavoro e dato indicazioni sulla commercializzazione del prodotto.
Sui progetti non si può dire molto: sono più blindati di quelli della Nasa, ma dei ragazzi di Lari si può raccontare qualcosa.
Per esempio che sabato 6 febbraio a Pistoia hanno vinto il primo premio per il progetto tecnico e che la loro presentazione alla commissione dovrebbe essere citata quando si insegna come fare un pitch. Hanno fatto una scenetta rappresentando il problema e la sua soluzione (ovvero la loro app): semplice, lineare, immediato e divertente.
Senza contare che gli stessi dodicenni sono stati ottimi anche nella presentazione iniziale del progetto: un documento chiarissimo e quasi perfetto, “avercene!”, commenta Giacomo.
Dagli studenti agli insegnanti
Siamo felici di poter raccontare questo nuovo, piccolo e importante progetto collaterale di Beeapp, una startup che da ormai quasi due anni tiene costantemente impegnato l’ufficio stampa del Polo.
Tra i grandi clienti che ha seguito (Algida e ItaliaOnLine, per citarne un paio); le collaborazioni con le altre startup (il progetto Footmoov, sempre per fare un solo esempio), e i progetti interni (Clap Up! e WeNote®, il centro dell’idea innovativa di Beeapp ormai davvero a un passo dalla pubblicazione) in questo angolo d’Incubatore c’è sempre un gran fermento.
E pare che ce ne sarà ancora: Giacomo fa il misterioso e parla di destino e karma, raccontando di come questi progetti con le scuole sono arrivati proprio quando in azienda si cominciava a respirare “aria di formazione”… Chissà cosa stanno tramando; staremo all’erta per voi!