Dalla ricerca all’impresa. Intervista a Giorgiomaria Cicero, Accelerat

Oggi parliamo con il fondatore e CEO di una startup che ha uno spiccato carattere tecnologico e di ricerca: Giorgiomaria Cicero di Accelerat, società di ingegneria del software che fornisce soluzioni software embedded per garantire security e safety, fondata da un team di ingegneri informatici e professori universitari tra i massimi esperti di sistemi real time.

Giorgiomaria, com’è nata Accelerat?
Accelerat è nata presso il laboratorio Retis della Scuola Superiore Sant’Anna, è frutto del trasferimento tecnologico dei risultati di una serie di ricerche che hanno dato vita a pubblicazioni scientifiche a livello internazionale e al nostro prodotto, CLARE.
Accelerat è nata proprio per industrializzare i risultati di anni di attività di ricerca e commercializzarne prodotti tecnologicamente avanzati nel settore del software embedded.

Com’è avvenuto il passaggio per cui vi siete detti “okay, qui c’è da fondare un’impresa”?
Il passaggio è avvenuto nel momento in cui alcune aziende hanno manifestato interesse a usare le nostre tecnologie e mediante la Scuola Superiore Sant’Anna abbiamo effettuato i primi proof of concept. Ci siamo resi conto che il confine della nostra attività di ricerca non era l’accademia e che l’industria poteva beneficiare dei nostri risultati. È stato per noi il primo feedback proveniente dal mercato.

In cosa consistono i risultati della vostra ricerca?
Ci sono diversi aspetti. Il primo: immagina un solo chip dove eseguono tanti componenti software, noi abbiamo definito delle architetture e tecniche per garantire il forte isolamento tra componenti software che eseguono su uno stesso chip in modo da garantire un elevato livello di security.
Secondo aspetto: abbiamo realizzato modelli che, mediante dei tool automatici, permettono di garantire un alto livello di robustezza del sistema e un corretto utilizzo dell’hardware, evitando la possibilità di un eventuale errore umano nella configurazione del software e quindi permettendo un più alto livello di sicurezza.

Quali sono i settori che sono più interessati alla vostra tecnologia?
Il settore dell’automotive, della robotica e ferroviario. Nel settore dell’automotive per esempio, in particolare nelle aziende che sviluppano le centraline e l’intelligenza a bordo del veicolo, c’è la tendenza ad aumentare le funzionalità e al contempo la necessità di ridurre il numero di centraline a bordo di uno stesso veicolo. Qui nasce l’esigenza di integrare più funzionalità nello stesso chip. Ecco che la nostra soluzione, che garantisce il forte isolamento tra più componenti software sulla stessa centralina, diventa una tecnologia abilitante fondamentale, permettendo infatti di convogliare più funzionalità su una stessa centralina in totale sicurezza.

In che fase vi trovate in questo momento?
Abbiamo validato la tecnologia con diversi proof of concept in diversi settori.
In questo momento stiamo certificando il nostro prodotto per poterlo commercializzare e siamo alla ricerca di investitori che possano accelerare il processo di certificazione per avere un go-to-market più veloce.

Qual è la maggiore opportunità e la maggiore difficoltà che avete incontrato nel percorso dalla fondazione della startup?
La principale opportunità è stata quella di poter dialogare con i maggiori chip maker a livello mondiale con cui abbiamo avuto interazioni molto costruttive che ci hanno fatto capire che il mercato è pronto e che sta già cercando un prodotto come il nostro.
Un’ulteriore opportunità è venuta dai clienti con cui abbiamo realizzato dei proof of concept e che hanno avuto fiducia in noi consentendoci di adottare la nostra soluzione sulle loro tecnologie in produzione colmando in tal modo il gap dalla ricerca all’industria. Questo ci ha spinto a dar vita a un nostro programma di proof of concept per far conoscere il nostro prodotto.
Le principali difficoltà sono legate alla capacità di ampliare il nostro team tecnico e quindi nel trovare competenze di ingegneria del software embedded, un ramo dell’ingegneria informatica sempre più richiesto dal mercato ma che vede poca attrazione da parte degli studenti che si approcciano al mondo del lavoro.

Da assegnista di ricerca a fondatore della tua startup, com’è stato il passaggio?
Molto particolare. Servono soft skills che nessuno ti insegna e che occorre sviluppare strada facendo. L’esperienza che ho svolto da assegnista mi consente di capire il valore e l’importanza della ricerca e di portarla nella vision aziendale come dialogo costante con la Scuola Superiore Sant’Anna che è per noi un bacino di risorse e competenze con cui intendiamo restare in contatto.

Quali sfide vedi di fronte a voi nel breve periodo?
La principale sfida è quella di trovare la disponibilità finanziaria per certificare la nostra soluzione e convincere big players ad adottarla.

CHIUDI
Graphic design & Web development
Content Strategy
Produzione contenuti multimediali