La carta d’identità del tuo pet. La storia di FaunaLife

Ama da sempre gli animali, è biologa e istruttrice cinofila. Irene Sofia è la fondatrice di FaunaLife, start up innovativa nel settore pet, nata nel febbraio 2021. Nel suo ricco curriculum ci sono collaborazioni con radio, tv, riviste come divulgatrice nel settore pet e il suo canale youtube vanta oltre 91mila iscritti. È proprio dal contatto con la sua community che è nata l’idea della web app FaunaLife. Ispirata però anche decisamente da due splendidi cani, Pinta, un pastore australiano che oggi non c’è più e Rambla, adottata da un anno e arrivata da un canile in Sicilia.

Come nasce la start up e di cosa si occupa?
Per lavoro, da oltre dieci anni, sono in contatto con aziende del settore, proprietari di animali, associazioni, veterinari… Questa community mi sottopone quotidianamente una serie di problemi, la cui radice comune è la mancanza di dati nel mondo pet. Spesso di un animale non conosciamo la storia, la provenienza, il profilo genetico. Le anagrafi sono su base regionale e fanno fatica a dialogare tra loro. Se perdo un cane mentre sono lontana da casa, magari all’estero, pur avendo il microchip è molto complicato risalire al proprietario. FaunaLife è un registro animale internazionale basato su tecnologia blockchain, la più sicura per lo stoccaggio dei dati. FaunaLife può registrare non solo i pet, ma tutti gli animali che abbiano un sistema di riconoscimento univoco tipo microchip, tatuaggio o anello per gli uccelli.

Qual è il servizio innovativo che FaunaLife offre?
In attesa di avere in Italia un’anagrafe nazionale degli animali, il nostro progetto si occupa di legalità, salute e tracciabilità dell’animale. Legalità perché con la app posso raccogliere tutte le informazioni sul mio animale e avere sempre con me un fascicolo completo con il libretto sanitario, documenti, assicurazioni, il passaporto, il pedigree se c’è. Salute perché posso raccogliere informazioni sulla provenienza, l’albero genealogico, le malattie genetiche trasmissibili. Tracciabilità per tutti gli animali e soprattutto per chi va ad adottare in canile, per sapere tutto dell’animale che prende. Pensiamo alle adozioni internazionali, un iter oggi faticoso. Con un registro unico e internazionale molte difficoltà si possono superare.

Come è composto il team di FaunaLife?
Siamo in tre. Insieme a me c’è Marco Crotta, co-founder nonché marito, informatico ed esperto di blockchain, è il chief technology officer di FaunaLife e poi nel team abbiamo William Pividori, il chief financial officer, esperto in strategia e finanza.

In quale fase della vita della startup è FaunaLife?
Siamo nella fase pre seed. Il prodotto è sul mercato. Cerchiamo finanziamenti e partner industriali, per dare una spinta al progetto che sta funzionando ed è ambizioso. Abbiamo circa un migliaio di iscritti alla web app, che è gratuita. Si tratta soprattutto di proprietari di animali e canili in Italia e qualcuno dalla Svizzera. Il mondo degli allevatori si sta interessando. Gli animali sono in prevalenza cani ma ci sono anche alcuni gatti, e c’è attenzione dal mondo dei cavalli e dei rapaci. Oltre alla app diamo la possibilità di acquistare la ‘My Pet Card’, la carta di identità ‘fisica’ del nostro pet, come quella di noi umani, collegata alla scheda del pet nella app, a cui si accede con Qrcode. La PetCard può essere usata per il controllo della microcippatura e dà diritto a sconti nell’acquisto di prodotti per gli animali, inoltre puoi accumulare punti per avere altri vantaggi e ricevere proposte di prodotti personalizzati.

Susanna Bagnoli

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