Le crocchette su misura. La storia di Hygge Dog

Abbiamo intervistato la startup vincitrice di Pets & Innovation, la nostra call dedicata alle startup innovative del settore pet: Hygge Dog, le crocchette sartoriali (e sostenibili) per i nostri amici a quattro zampe. Ne abbiamo parlato con Martina Terigi, cofondatrice di Hygge Dog.

Martina, parlaci di te: qual è stato il percorso che ti ha portato a fondare Hygge Dog?
Sono laureata in giurisprudenza, ho lavorato per due anni come avvocato. Quella per gli animali è una passione con radici piuttosto profonde. Ho sempre avuto cavalli, cani, gatti…
Studiando giurisprudenza ho approfondito la costituzione di startup dal punto di vista legale e societario. Per la mia tesi in questo ambito ho seguito il caso di una startup che creava shampi su misura sulla base del capello. È da qui che è nata l’idea del cibo personalizzato per il cane.
La scelta del cibo per il cane è sempre stata per me una questione molto complicata e spinosa: spesso con ciò che era definito “il miglior cibo” il mio cane vomitava o aveva delle dermatiti o delle reazioni allergiche. Non trovavo indicazioni chiare, per cui mi sono chiesta: sarà possibile creare una startup che fa proprio questo? Ne ho parlato con il mio professore di tesi che mi ha offerto il suo aiuto per ciò che riguarda la costituzione della startup e la ricerca dei componenti del team e mi ha messo in guardia sul fatto che a tutto il resto avrei dovuto pensarci io. Ho iniziato a confrontarmi con veterinari e alimentaristi per capire se la mia idea era fattibile e poteva diventare un percorso concreto. L’idea è piaciuta moltissimo. Sono partita così, brancolando un po’ nel buio, ma con l’aiuto del mio professore nel trovare le persone giuste.

Che soluzione avete trovato per offrire un’alimentazione personalizzata per il cane?
Sul nostro sito proponiamo un test alla portata di tutti in cui ci sono domande sul proprio cane relative allo stile di vita, al peso, alla taglia, alla razza, ad eventuali allergie o intolleranze. Sulla base di queste variabili si ottiene la crocchetta più adatta in termini di dimensioni, apporto calorico e proteine. La scelta avviene tra 26 referenze, quindi su una base molto ampia.

Quali altre scelte avete fatto riguardo ai vostri prodotti?
Abbiamo scelto di mettere la frutta e la verdura in pezzi al posto degli appetizzanti naturali, un unicum rispetto agli altri prodotti in commercio. E abbiamo lavorato molto sulla sostenibilità, partendo dal packaging che è completamente smaltibile nella carta o compostabile e lavorando anche sulla proteina principale per scegliere le soluzioni più sostenibili.
Abbiamo sviluppato, infatti, una linea di crocchette a base di insetti che forniscono proteine nobili, consigliate dai veterinari e ipoallergeniche e che sono prodotti in modo sostenibile e senza usare ormoni antibiotici. Per l’Italia si tratta di una novità. Fortunatamente possiamo contare su un target di consumatori molto attenti alla sostenibilità che è disposto a spendere di più.

Come vendete i vostri prodotti?
Vendiamo principalmente mediante il nostro e-commerce. Da ottobre 2022 ci siamo aperti anche all’offline entrando prima in negozi specializzati, poi nella grande distribuzione. Particolarmente interessante è il progetto con MyChef: dall’estate scorsa vendiamo nei loro punti vendita lungo le autostrade una linea di biscotti pensati per far mangiare il cane insieme a noi, considerandolo a tutti gli effetti un membro della famiglia.
Inizialmente la ritenevamo solo una prova, ma in dieci giorni si sono finiti tutti i biscotti sugli scaffali di MyChef e l’azienda ha dovuto far rifornimento ogni settimana. Abbiamo avuto la prova tangibile di quanto le persone viaggiano con i cani.

Parlaci del vostro team
Siamo una startup quasi al 100% femminile. Siamo partite in due, io e la mia socia, Giada, che insieme a me ha fatto anche l’esame di avvocato. Siamo entrambe due giuriste “ritirate” perché la nostra passione per i cani ci ha imposto una scelta. Clarissa, con cui condivido oltre alla passione per i cani anche l’infanzia a cavallo, si occupa della parte logistica. Rebecca, pure lei cinofila naturalmente, si occupa del packaging e della grafica. E poi è arrivato un maschio, Samuele, canaro anche lui, che si occupa della parte finanziaria.
L’anno scorso abbiamo chiuso un round di investimento poiché avevamo bisogno di capitale: sono entrati nella società un fondo di investimento e tre business angels, tutti molto amanti dei cani, uno di loro addirittura veterinario. E ora abbiamo aperto un nuovo round di investimento.

Con questo secondo round di investimento cosa vorreste fare?
Vorremmo internalizzare una parte della produzione, quella degli snack semi umidi, un asset per noi molto importante che al momento risente del fatto che i nostri produttori non riescono a stare dietro alle nostre richieste. E vorremmo anche continuare a investire in marketing e ampliare la distribuzione ad altri paesi europei.

Qual è stata la principale opportunità e la principale difficoltà che avete incontrato finora?
La principale opportunità sono state le persone. Respiriamo moltissimo l’innovazione, ogni persona incontrata ci lascia qualcosa in termini di spunti e suggerimenti che noi elaboriamo. È come una reazione a catena che ha dato vita a progetti che non avremmo mai immaginato. La nostra struttura è molto agile per cui ci consente di provare, sperimentare e vedere se funziona; come startup ci possiamo permettere di fare tanti tentativi.
La principale difficoltà è stata l’organizzazione e la gestione delle risorse. Partendo da zero abbiamo dovuto creare e definire tutte le procedure organizzative e imparare a gestire le risorse che di volta in volta abbiamo a disposizione.

Qual è la sfida che vedi di fronte a voi in questo momento?
A livello personale, riuscire a stare sulle montagne russe tenendo duro nei momenti di difficoltà. A livello di business, la sfida è rispondere alla domanda che in questo momento è molto alta, organizzarci per non perdere il treno.

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