L’ecografia a portata di utente non esperto. Intervista a MyEcho

Ci sono incontri che sembrano fortuiti e che cascano invece proprio a pennello. Uno di questi è successo ai fondatori di MyEcho quando si sono avvicinati al mondo veterinario e hanno scoperto che la soluzione ecografica da loro sviluppata ha importanti applicazioni nel monitoraggio delle patologie dei tendini dei cavalli.
Ne parliamo con Angela Sorriento e Francesco Restaino, entrambi ingegneri biomedici e cofondatori di MyEcho. Angela è post-doc all’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, mentre Francesco è assegnista di ricerca. La loro startup è infatti una spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna.

Angela, com’è nata MyEcho?
Angela: MyEcho nasce nell’ambito di un processo di trasferimento tecnologico di parte dei risultati del progetto europeo ADMAIORA. Questo progetto si focalizzava su una terapia innovativa per la cura dell’osteoartrosi al ginocchio. Tra i suoi risultati, oltre alla terapia, vi sono soluzioni per il monitoraggio del paziente direttamente da casa. In particolare, all’interno di questo progetto abbiamo sviluppato un sistema portatile che consente anche a personale non esperto di fare scansioni ecografiche di alta qualità su cui il medico può fare una diagnosi da remoto.
A maggio del 2023 insieme a Francesco e ad altri tre co-founder abbiamo fondato MyEcho per portare sul mercato questa soluzione.

In cosa consiste la soluzione che volete portare sul mercato?
Angela: Con MyEcho puntiamo a standardizzare e semplificare la procedura ecografica rendendola accessibile a un bacino di utenti più ampio, quindi anche a personale non esperto. Per realizzare quest’obiettivo ci siamo chiesti quali sono i fattori che influenzano una corretta procedura ecografica e abbiamo sviluppato delle soluzioni per agire su questi fattori. Per eseguire una buona ecografia occorre innanzitutto posizionare correttamente la sonda ecografica rispetto al corpo e poi saper riconoscere che una scansione ecografica sia effettivamente valida o meno.
Per questo il pacchetto MyEcho è costituito principalmente da due tecnologie: un elemento indossabile che va ad agire sul posizionamento della sonda e che è costituito da aperture predefinite in cui la sonda può essere posizionata in modo univoco e anche ripetibile nel tempo; un’interfaccia software semplificata che guida l’utente non esperto durante la procedura di acquisizione delle immagini e, soprattutto, riconosce automaticamente i dati ecografici informativi grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale che selezionano le scansioni clinicamente rilevanti e le mandano al medico per una diagnosi a distanza.
Questi due elementi sono abbinati ad una sonda ecografica portatile che è disponibile in commercio.

Quali sono gli elementi innovativi della vostra soluzione rispetto a ciò che esiste sul mercato?
Angela: L’innovazione sta proprio nell’introdurre degli elementi aggiuntivi alla sonda che permettono l’acquisizione completamente offline di dati ecografici da parte di personale non esperto, in modo che possano essere valutati a distanza dal medico.
Al momento sul mercato, soprattutto in ambito clinico, ci sono dispositivi che hanno l’obiettivo di fare un’acquisizione remota ma online, poiché si basano su una videochiamata con il medico che istruisce la persona dall’altra parte su come muovere la sonda per fare delle acquisizioni.
Il vantaggio di MyEcho è poter fare tutto offline, senza aumentare il carico di lavoro di medici e veterinari.

Com’è avvenuto l’incontro con il mondo veterinario?
Francesco: Fondando la startup ci siamo chiesti quale potesse essere effettivamente il mercato del dispositivo nato dal progetto di ricerca. È lì che è nata la connessione con il mondo veterinario che ora rappresenta il mercato target di MyEcho a breve termine.
Per una serie di eventi fortuiti e di connessioni, siamo venuti in contatto con un veterinario che ci ha fatto scoprire le potenzialità della tecnologia per il monitoraggio tramite ecografia di patologie dei tendini dei cavalli, in particolare dei cavalli a orientamento ippico-sportivo.
In ambito veterinario mancano tecnologie simili che aiutino effettivamente in modo efficace il veterinario. Esistono tecnologie che permettono di monitorare un poco l’andamento dell’animale e la sua salute, basandosi però su aspetti il cui livello di efficacia è molto basso.
Il nostro obiettivo è ottimizzare la nostra soluzione sia per facilitarne l’uso da parte dell’utente non esperto, che per garantire un alto grado di efficacia nel monitorare la salute dell’animale.

In questo momento in che fase siete dello sviluppo del prodotto?
Francesco: Siamo in una fase ancora preliminare. Abbiamo sviluppato un prototipo per l’ambito veterinario e siamo pronti per la validazione. A breve partirà la validazione sui cavalli grazie alla collaborazione con diversi veterinari.

Come si compone il vostro team?
Angela: Io sono l’amministratrice delegata della startup, mentre Francesco svolge il ruolo di Chief Technology Officer. Con noi c’è il prof. Leonardo Ricotti della Scuola Superiore Sant’Anna che all’interno dell’azienda è Chief Scientific Officer. Ci dà un supporto scientifico, ma non solo; avendo altre esperienze di spin-off, ci supporta anche a livello di trasferimento tecnologico.
Andrea Cafarelli, ricercatore alla Scuola Superiore Sant’Anna, che ha il ruolo di R&D Manager, coordina lo sviluppo e la validazione del prodotto.
Lorena Guachi, ingegnera informatica e software developer, sviluppa il software basato su intelligenza artificiale.
Inoltre collaborano con noi un pool di medici, veterinari ed esperti del settore.

Quali sono le sfide a breve termine che vedete davanti a voi?
Angela: La principale sfida è la commercializzazione del prodotto. Avere un prodotto non solo funzionante ma anche appetibile sul mercato vuol dire lavorare su diversi aspetti, anche lontani dal nostro background di studi, per i quali ci impegniamo ad acquisire competenze nel tempo.
Inoltre, di pari passo con lo sviluppo del prodotto, dovremo affrontare una fase di ricerca di finanziamenti che ci aiuterà anche ad avviare la fase di commercializzazione.

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