#vitadastartupper Quando la start up ti prende il cuore. Intervista ai fondatori di Emotion

Abbiamo intervistato Andrea Gambini e Geni Bigliazzi, fondatori di Emotion S.r.l. e ideatori di PEM, un’app talmente vintage da essere innovativa. PEM ci permette di trasformare una foto personale in una cartolina turistica e promozionale per gli stakeholder.
Preparatevi a un bagno di emozioni! Ecco cosa ci hanno raccontato della loro #vitadastartupper.

Presentatevi in 20 parole.
Geni Bigliazzi, 42 anni, pettinato bene. Ho lavorato per 20 anni nel settore del printed delivery. Grazie a Andrea abbiamo inventato una “figata”.

Andrea Gambini, 32 anni, curioso, con voglia di imparare un sacco di cose. Vengo dal turismo sia come esperienza lavorativa che come formazione universitaria. Ho condiviso con Geni un’esperienza in cui ci siamo conosciuti e adesso abbiamo fatto una “figata”.

Cosa vi ha spinto a fare questa “figata” e a fondare la vostra startup?
Andrea: L’idea è nata per puro caso viaggiando insieme verso Roma per via del nostro precedente lavoro. Mentre eravamo in viaggio, parlando delle nostre vacanze ci siamo messi a cercare le foto dei posti in cui eravamo stati. Fra cloud, immagini archiviate, Whatsapp, Facebook nessuno dei due è riuscito a tirar fuori la foto che aveva in mente in quel momento e che avrebbe voluto mostrare all’altro. L’analisi era piuttosto semplice: facciamo talmente tante foto che trovarne una specifica, proprio quella che ci interessa, è diventato un’impresa. «Bisognerebbe ridare un po’ vita a queste foto, magari inventandosi qualcosa di semplice che le faccia tornare di carta…» ci siamo detti.
Entrambi veniamo dal settore postale, per questo pensare alle cartoline è stato un lampo: un modo economico e allo stesso tempo emozionale e divertente per poter condividere le foto. La nostra prima bozza di idea consisteva proprio in questo: fare un’app che ti permetta di trasformare in cartolina la fotografia che hai fatto con lo smartphone e che per te è particolarmente importante e ti consenta di condividerla spedendola a chi desideri.

Geni: Per tre mesi non ne abbiamo più parlato. Dopo tre mesi ci siamo ritrovati in un altro viaggio di lavoro insieme e ciascuno di noi – inconsapevole di quello che stava facendo l’altro – aveva fatto le sue ricerche su qualsiasi cosa riguardasse l’app: mercato, competitor, opportunità di sviluppo ecc… E lì Andrea ha avuto la “genialata”: collegare l’idea iniziale al settore turistico e far diventare l’app e la cartolina uno strumento di marketing. Abbiamo quindi iniziato a verificare se la nostra idea fosse percorribile intervistando in prima battuta gli operatori del settore turistico.

Andrea: Proprio per prendere contatti e confrontarmi con operatori del settore, ad aprile 2017 ho partecipato a un convegno a Bologna organizzato nell’ambito dell’Anno dei Borghi e moderato da Robert Piattelli, fondatore e presidente del BTO (Buy Tourism Online, ndr). Mentre i relatori si sistemavano sul palco, Robert Piattelli ha iniziato a intervistare le persone in platea e a chiedere cosa facevano: c’erano tour operator, gestori di b&b, gestori di agriturismi. Tra le persone in platea c’ero anch’io. Quando è arrivato il mio turno, ho esordito con «Io, signori, non ho niente. Ho un potenziale socio e abbiamo un’idea» e ho cominciato a presentarla. Al termine della presentazione parte l’applauso dell’intera platea, cosa che fino a quel momento non era successa. La gente mi ferma per complimentarsi e incoraggiarmi a realizzare la nostra idea. È in quel momento che ho capito che forse avevamo inventato l’acqua calda, ma quest’invenzione serve a tutti.
Ma non è finita. Dopo quell’intervento, Robert Piattelli, interessato dal nostro progetto, mi ha proposto di presentarlo a novembre in occasione del BTO. Era aprile e avevamo circa 6 mesi per preparare tutto. Non c’era tempo da perdere. Ho chiamato Geni e ci siamo messi a lavorare subito.

Raccontateci la cosa più sorprendente che vi è capitata da quando avete iniziato a pensare all’idea di fondare la vostra startup
Andrea: La cosa per me più sorprendente è stata arrivare al venerdì sera e essere triste perché dovevo aspettare fino a lunedì per tornare a lavorare. Non mi era mai successo. Ed è stato altrettanto sorprendente quando a ottobre del 2017 siamo stati al TTG Travel Experience e io mi sono trasformato in una sorta di stalker: in preda all’entusiasmo ho fermato chiunque per parlargli del nostro progetto. Se mi rivedo in quel momento, mi chiedo se l’ho fatto veramente io.

Geni: Per me la cosa più sorprendente è stata notare che chiunque collabora con noi possiamo considerarlo un collega e non un semplice fornitore. Sono aziende che per il tipo di rapporto che si è instaurato possiamo considerare parte della nostra. Una tale collaborazione tra aziende e una tale partecipazione al nostro progetto non me la sarei aspettata.

Quale avventura da startupper scegliereste di raccontare a vostro nipote?
Geni: Gli racconterei l’emozione di lavorare a un tuo progetto, di fare qualcosa in cui credi e che fai per te, l’emozione di imparare cose che non conoscevi e di rimettersi in gioco a quarant’anni.

Guardando al futuro prossimo, qual è la sfida che vedete davanti a voi?
Andrea: Le sfide sono tantissime perché siamo un vulcano di idee. Abbiamo nuove implementazioni dell’app da sviluppare, un nuovo prodotto da realizzare, nuovi mercati da aprire.

Geni: Per noi il futuro è tra cinque anni come tra cinque minuti. Non ci siamo mai fermati alla nostra idea iniziale, ma l’abbiamo sempre fatta evolvere mettendola continuamente in discussione e ascoltando i feedback che riceviamo dai nostri partner e dai nostri utenti. E allo stesso tempo abbiamo iniziato a sviluppare nuove idee. Guardando al futuro prossimo, sicuramente sarà importante allargare il nostro team e iniziare a confrontarci con un team più ampio.

 

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