#vitadastartupper Il tempo della startup è rapido e intenso. Intervista a Federico Masi fondatore di Strokein

La serie di interviste #vitadastartupper ci porta oggi a conoscere un giovane imprenditore e neopapà, Federico Masi, fondatore di Strokein e ideatore di Strokin, una piattaforma gestionale e cashless per discoteche, festival e club. «Un’innovazione radicale facilmente utilizzabile e con grandi benefici», parola di Richy, organizzatore del Music Inside Festival che l’ha provata.

Ecco cosa ci ha raccontato Federico della sua #vitadastartupper.

Presentati in 20 parole.
Federico Masi, 32 anni, neopapà, startupper full time da un anno e mezzo. Ho fatto studi in economia aziendale e strategia d’impresa e un Master in Business Administration a Milano e ho consolidato in questi anni la mia voglia di fare impresa e di realizzare le mie idee.

Cosa ti ha spinto a fondare la tua startup?
Il team con cui ci stiamo divertendo a farla. Abbiamo fondato la startup quando la nostra prima versione di software aveva un cliente. La necessità di fatturare ci ha spinti a dirci «Bene, è arrivato il momento di costituire la nostra startup».

A chi è venuta l’idea?
L’idea è venuta a me. Ne parlai con Nicola Tanzini, amministratore delegato di Intarget, dove ho fatto la tesi. Lui mi disse che era interessante e che avrei dovuto trovare qualcuno con cui svilupparla. Iniziai a cercare amici e persone a me vicine con cui collaborare e nel giro di tre mesi riuscii a formare un team insieme a quattro sviluppatori.

Raccontaci la cosa più sorprendente che ti è capitata da quando hai iniziato a pensare all’idea di fondare la tua startup
La cosa più sorprendente è che è passato solo un anno e mezzo da quando ci siamo insediati nell’Incubatore, ma sembra di averne vissuti sette. Il tempo della startup è intenso.
Le esperienze e gli incontri che abbiamo fatto in questo anno e mezzo sono talmente densi che sembra di averli fatti un’epoca fa. In questo periodo abbiamo imparato molto facendo una serie di errori che rappresentano i nostri “fallimenti di successo”: proprio questi errori ci hanno permesso di essere sempre qui e di fare ancora meglio il nostro lavoro. È fondamentale sbagliare e sbagliare sonoramente. All’inizio ti senti distrutto, poi si apre uno spiraglio ed è quello che ti consente di fare un salto di qualità.

Quale avventura da startupper sceglieresti di raccontare a tuo nipote?
Gli racconterei le esperienze che stiamo vivendo con i nostri clienti. Si tratta di persone che hanno talmente apprezzato la nostra piattaforma da arrivare a dirmi «Aspetta, ora chiudo la stagione e poi ti do una mano a vendere», nonostante siano clienti che ci pagano per il servizio che offriamo. E c’è anche chi era inizialmente molto riluttante e poi, dopo qualche mese, si è innamorato del nostro prodotto.
Gli racconterei una serie di esperienze che mi hanno fatto capire che la cosa fondamentale non è quanto parli bene del tuo prodotto, ma quanto l’altra persona è disposta ad ascoltare ciò che gli stai dicendo. E con ciò non vorrei incentivarlo a dire bugie. Vorrei fargli capire che la chiave e al contempo la sfida sta nel comprendere qual è il modo in cui l’altro può effettivamente intendere ciò che gli dici.

Guardando al futuro prossimo, qual è la sfida che vedi davanti a te?
La sfida sta nel conciliare le esigenze contingenti relative al flusso di cassa e quelle relative allo sviluppo di un progetto che sta funzionando. Il mio obiettivo nel breve termine è di convalidare il nostro prodotto e di verificare se le condizioni di mercato sono sufficientemente mature per diffonderlo su larga scala. Il rischio è che il nostro prodotto sia troppo avanti rispetto alle abitudini dell’utente e alle condizioni del business. In alcuni contesti in Italia ho constatato che è effettivamente così. In altri ho avuto esperienze incoraggianti e ciò mi spinge ad andare avanti.

CHIUDI
Graphic design & Web development
Content Strategy
Produzione contenuti multimediali